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venerdì 23 agosto 2019

Comunicato stampa
 
Politica - Zanoni (PD): "'Grazie Zaia'. Gigantesca campagna di manifesti valutabile in centinaia di migliaia di euro. Il presidente dica da dove vengono tutti questi soldi"
  

  

 
(Arv) Venezia 23 ago. 2019 -     “È incessante la richiesta che mi viene fatta da tanti cittadini che vogliono sapere quanto è costata e da dove vengono i soldi investiti nella gigantesca campagna di manifesti “Grazie Zaia” che hanno invaso tutte le province e centinaia di comuni del Veneto. Il presidente della Regione, che ha un ruolo istituzionale che lo obbliga alla trasparenza, renda note queste informazioni”. La richiesta è del Consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni che, in una nota, punta così l’indice “sull’affissione capillare dei mega manifesti marchiati col simbolo della Lega di Salvini pensati per ringraziare Luca Zaia alla luce dell’esito che hanno ottenuto le candidature delle Colline del Prosecco, divenute Patrimonio dell’Umanità Unesco, e di Cortina d’Ampezzo, sede, assieme a Milano, delle Olimpiadi invernali 2026. A parte il fatto che vedendo quei manifesti autoreferenziali sembra di stare nell’Iran dell’Ayatollah Khomeini, con un gigantismo iconografico che tocca le vette dell’idolatria, c’è davvero da chiedersi cosa ci sia nel dietro le quinte di questi mega cartelloni. A occhio e croce, non credo di andare molto lontano se dico che questa campagna è costata attorno al milione di euro”.
“Ha pagato tutto la Lega? - chiede Zanoni - La stessa Lega che con sentenza definitiva dovrà restituire allo Stato, cioè a tutti i cittadini, 49 milioni di euro spariti nel nulla? Capisco che dovrà pagarli attraverso comode rate in 76 anni, ma la domanda resta: il Carroccio salviniano dove trova i soldi per questa pubblicità milionaria quando ha questo debito nei confronti dei cittadini?”.
Secondo l’esponente dem “si tratta peraltro di pubblicità politica ingannevole, visto che la candidatura olimpica è andata in porto non per merito di Zaia ma attraverso un lavoro che si è svolto all’interno del Comitato olimpico nazionale. Sull’altro fronte, quello Unesco, Zaia e la Lega farebbero meglio a ringraziare i contribuenti veneti che hanno pagato quasi un milione di euro, esattamente 823 mila euro, di tasca loro, per elevare le Colline del Prosecco al rango di Patrimonio dell’Umanità. Soldi spesi soprattutto per marketing quando sulla sanità e sociale invece i fondi mancano e i cittadini sono chiamati a sborsare sempre di più, con attese infinite e spostamenti di chilometri per le visite specialistiche e cure mediche, per non parlare delle case popolari Ater dove molti cittadini, spesso indigenti, si ritrovano in situazioni terribili a causa di una legge ingiusta”.
Zanoni annota quindi il fatto che “anche l’utilizzo, da parte del sito web leganordligaveneta.org, dei simboli delle Olimpiadi 2026 e dell’Unesco a scopi di propaganda è tutto da verificare nella sua correttezza; mi chiedo se veramente il Comitato Olimpico e l’Unesco abbiano dato il consenso all’uso dei propri simboli per il manifesto Grazie Zaia pubblicato nella home page”. Ed in conclusione rinnova l’invito a Zaia: “Non pretendo una risposta attraverso altri manifesti 6x3. Però è doveroso che il presidente metta tutta la sua faccia per far luce su questa vicenda dai giganteschi contorni opachi e dica chi ha pagato e quanto è costata, e chi ha autorizzato l’uso dei loghi Unesco e Olimpiadi. Poi se tra una sagra e un taglio di nastro gli resta una mezz’oretta, vada a farsi un giro nella “Core Zone” del Sito Unesco e osservi bene lo scempio ambientale in atto in questi giorni, con la distruzione di boschi e l’impianto di decine di nuovi ettari di Prosecco dopo la proclamazione Unesco; il tutto grazie ad autorizzazioni degli uffici della Giunta regionale”.

venerdì 16 agosto 2019



Edilizia Popolare ERP - Gruppo PD: "In dieci anni, gestione fallimentare, graduatorie lunghissime e case sfitte per assenza di manutenzione. La nuova legge certifica il disastro: canoni alle stelle e famiglie sotto sfratto"


Venezia 7 ago. 2019 - “Dalla lettura dei dati forniti dall’Arav (Associazione regionale Ater Veneto) in ordine alla gestione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, ne scaturisce una situazione molto critica, che sta venendo a galla soprattutto grazie alla nostra determinazione per capire cosa non sta funzionando nell’applicazione della nuova legge regionale. I dati dimostrano come la gestione, almeno nell’ultimo decennio, delle Ater, per lungo tempo commissariate, sia stata fallimentare, incapace di conoscere la situazione reale degli inquilini, di intervenire nei confronti di tanti furboni, altro che furbetti, incapace di valorizzare un patrimonio immobiliare enorme, che si sta via via sgretolando perché non vi sono stati investimenti significativi”.

Inizia così la nota del Gruppo consiliare del Partito Democratico che informa “oggi, nel corso di una conferenza stampa a Padova, abbiamo illustrato e commentato i dati forniti dall’Arav sulla gestione degli alloggi Erp, da cui emerge un quadro veramente desolante riguardo alla gestione delle case pubbliche portata avanti dalla Giunta Zaia”.

“La risposta della Regione all’emergenza è una legge che aumenta il canone per 23.930 famiglie, ovvero il 77.7% dei nuclei familiari che dispongono di alloggio Erp – evidenziano i consiglieri regionali Dem - l’incremento medio del canone è del 20-30%, ma in alcuni casi, non pochi, l’affitto è addirittura triplicato”.

“E’ stato avviato lo sfratto (procedura di decadenza) per 4194 famiglie – continua la nota PD - il 15% delle 30.281 che hanno comunicato l’ISEE, a cui dobbiamo però aggiungere le 1341 che non lo hanno fatto, per un totale di 5,535 famiglie sfrattate, ovvero il 18,5%. La legge ha sicuramente avuto un impatto devastante. Inoltre, la morosità degli inquilini ATER nel 2018 è stata pari a 9.610.593, di cui 6.681.650 per l’Azienda veneziana e 2.926.000 per le altre sei. Si tratta di cifre imbarazzanti e da capogiro. Non riusciamo a capire cosa succederà adesso con l’aumento vistoso dei canoni”.

“Le sette Ater hanno a disposizione 37,761 alloggi che ospitano 32.143 famiglie – proseguono gli esponenti Democratici - Esiste quindi una forbice tra alloggi occupati e non occupati di ben 5618 unità. Perché? Alcuni alloggi sono sfitti e in corso di assegnazione (1000), alcuni in vendita (630), ma la stragrande maggioranza sono da sistemare, da manutenzionare, un patrimonio di 4000 abitazioni sottratto all’assegnazione, con 14.500 nuclei familiari che hanno fatto richiesta di alloggio popolare”.

“La nuova Legge regionale (L.R. n. 39/2017) – ricordano i consiglieri regionali PD - prevede l’applicazione dell’ISEE/ERP e le Ater hanno spedito 31.621 richieste; forse le altre 500 famiglie occupano alloggi Ater con convenzioni diverse? Sono pervenute 30.281 risposte, sotto forma di dichiarazioni ISEE, mentre non hanno dato riscontro 1341 famiglie. Immaginiamo che queste ultime abbiano redditi tali da non essere più titolari di alloggi Erp, sperando non si sia trattato invece di una comunicazione fallace o di distrazione per non consapevolezza, anche conoscendo la fragilità di molti inquilini di case popolari”.

“E nessun provvedimento è stato preso nei confronti dei ‘furboni’ – denunciano i consiglieri regionali - la Regione ha scoperto che qualche assegnatario ha valori immobiliari ‘importanti’. Perché non sono stati fatti a suo tempo i dovuti controlli? Sarebbe bastato verificare le dichiarazioni dei redditi e fare un controllo incrociato con l’Agenzia delle Entrate. Perché le Ater non sono mai intervenute? E Zaia non può certo chiamarsi fuori dalle responsabilità per aver permesso il protrarsi di questa situazione. Non vogliamo difendere i furbi, chi non ha diritto alla casa popolare va espulso. Ma la sorte potrebbe colpire solo chi ha redditi dichiarati alti, invece quelli che hanno proprietà immobiliari o mobiliari enormi potrebbero nell’arco di 2 anni spostarli ad altri, familiari o fidatari, e farla così franca: della serie, fatta la legge, trovato l’inganno”.

“Noi vogliamo tutelare le categorie più fragili, ovvero pensionati o ultrasettantenni che hanno l’unica colpa di aver risparmiato una vita o di aver ricevuto la liquidazione dopo anni di sacrifici e lavoro e vengono ora messi alla porta perché superano i parametri – ribadiscono gli esponenti Dem - È possibile conteggiare il TFR nell’ISEE/ERP? Noi siamo contrari, l’avevamo già detto sia in Commissione che in Consiglio: adesso sembra che l’Assessore Lanzarin apra a questa ipotesi, meglio tardi che mai. Durante la discussione della legge avevamo anche chiesto l’inserimento di un canone di permanenza, una sorta di soglia di tolleranza, innalzando l’ISEE/ERP a 23/25mila euro, come già accade in altre Regioni. Proposta bocciata due anni fa, ora la Regione fa dietrofront. Ci avesse ascoltato a suo tempo, ora avremmo un problema in meno”.

“La gestione fallimentare degli alloggi ERP - concludono i consiglieri regionali del Partito Democratico - è solo l’ultima in ordine di tempo, della Giunta Zaia, capace solo di fornire servizi a costi insostenibili per le famiglie in difficoltà: basti pensare alle rette proibitive delle Case di Riposo, o al crescente ricorso alla sanità privata per chi non può permettersi di aspettare i tempi delle lunghe liste d’attesa del Sistema Sanitario Pubblico. E poi Zaia afferma di non mettere le mani in tasca ai veneti”.

domenica 11 agosto 2019



Disboscamento nel cuore delle Colline del Prosecco patrimonio dell’umanità, interrogazione di Zanoni (PD): “Sono stati rispettati tutti i vincoli e le prescrizioni dell’Unesco?”

Venezia, 9 agosto 2019

“Il disboscamento a Premaor di Miane, nella ‘core zone’ dell’area riconosciuta patrimonio mondiale dell’umanità, per far spazio a un vigneto di Prosecco rispetta gli accordi e le prescrizioni previste dall’Unesco?”. È quanto chiede il vicepresidente della commissione Ambiente e consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni, che ha presentato un’interrogazione a risposta immediata alla Giunta Zaia, facendosi anche portavoce delle preoccupazioni dei residenti che la scorsa settimana hanno manifestato per dire no a questo intervento.

“Un’operazione autorizzata su carta intestata “Regione Veneto – Giunta Regionale” in data successiva al riconoscimento Unesco, che sta suscitando apprensione ed indignazione tra la popolazione locale, tra molti cittadini e tra e realtà regionali, associazioni e comitati, che hanno a cuore l’ambiente e la biodiversità del Veneto. In tal senso è stata eloquente la manifestazione dello scorso primo agosto lungo la via che costeggia il bosco raso al suolo a Premaor di Miane, con circa 500 partecipanti, che hanno testimoniato la propria solidarietà ai residenti”.

“Persone costrette a convivere con a fianco un vigneto anziché il bosco, con tutte le conseguenze del caso, a partire dalle derive dei pesticidi, dannose per la salute. Ma non solo: l’area interessata si trova su una collina dalle pendenze considerevoli e c’è il rischio che il terreno, rimodellato dalle ruspe, possa cedere sotto l’effetto delle bombe d’acqua, con frane e smottamenti, purtroppo sempre più frequenti nelle colline del Prosecco. Finora l’assessore Bottacin si è aggrappato ai formalismi, nascondendosi dietro i funzionari che hanno materialmente firmato l’atto. Ammetta di essere favorevole al disboscamento dell’area Unesco nella ‘core zone’, la parte con maggiori vincoli e tutele, elemento fondamentale che però non viene mai citato nell’autorizzazione”.

“Purtroppo l’assessore ha inanellato una serie di falsità preoccupanti sul caso Premaor. Afferma che si tratta di ‘ripristino agricolo e non di distruzione di foresta’, quando invece è un disboscamento a tutti gli effetti con distruzione di un patrimonio arboreo. È smentito proprio dal suo funzionario, che invece scrive del disboscamento, come riporta il punto 10 dell’autorizzazione: ‘Il terreno da disboscare dovrà avere una superficie di m² 8.140 secondo quanto riportato negli elaborati grafici di progetto’. Ancora una falsità quando sostiene che ‘in Veneto la superficie boschiva è in netta crescita, da decine di migliaia di ettari all’anno’. È incredibile: a Belluno, la sua provincia che mostra di conoscere poco, Treviso e Vicenza l’uragano Vaia nell’ottobre 2018 ha raso al suolo 28mila ettari di foresta, che nessuno ha ripristinato”, sottolinea Zanoni.

“Lascio in fondo, poi, le accuse che mi ha riservato, in primis quella di essere un ‘ambientalista da salotto’, mostrando tutta la sua ignoranza nei confronti del sottoscritto, presente sul territorio molto più di lui e da molti più anni. Anche perché in Veneto le occasioni non mancano: siti minacciati da ruspe, cantieri abusivi, discariche abusive, inquinatori di tutti i tipi, bracconieri, cacciatori di frodo per non parlare dei 644 siti inquinati censiti da Arpav. Comunque lo ringrazio perché mi dà l’occasione di spiegare quanto si sbaglia sul sottoscritto. Per difendere concretamente l’ambiente ho girato in lungo il largo il Veneto anche nei luoghi più disparati, effettuando centinaia di denunce e notizie di reato per abusi di ogni tipo. Negli anni ho partecipato ad oltre cento processi nelle aule dei tribunali penali come teste dell’accusa, sicuramente più dell’assessore. Non solo in Veneto ma anche in altri tribunali come quello di Napoli in seguito a denunce di caccia di frodo a Ischia. Ho partecipato a campi antibracconaggio a Malta, nello stretto di Messina, a Ischia, Cipro e in Namibia, dove ho incontrato le autorità locali, comprese quelle di polizia e giudiziarie. Stessi incontri per attività illecite nei confronti degli animali a Bucarest e Kiev. Voglio poi ricordargli che io gli alberi li pianto, non ne decreto la distruzione come avviene troppe volte grazie a documenti rilasciati su carta intestata ‘Regione Veneto – Giunta Regionale’. Nel corso degli anni - ribadisco - ne ho piantati oltre 2000 in un terreno di pianura, anch’essa oggetto dell’invasione della monocoltura del prosecco che sta eliminando molte, troppe siepi campestri”.

“Se tra un rally e l’altro trova del tempo per vedere quello che si può fare, anche da semplici privati, per ricreare un habitat anche nella nostra martoriata pianura venga a trovarmi: lo accompagnerò volentieri nel mio piccolo bosco, ricco di essenze di diverse specie, abitato e frequentato da uccelli, mammiferi e numerosissimi insetti impollinatori utili all’agricoltura. Con la speranza che nasca in lui un po’ di amore per l’ambiente e per le creature del mondo vegetale e animale”.

giovedì 1 agosto 2019

Bibbiano, cosa è successo dall’inizio a oggi


 STRUMENTALIZZARE I BAMBINI A FINI POLITICI E' UN ATTO GRAVISSIMO!

Bibbiano, cosa è successo dall’inizio a oggi


La ricostruzione punto per punto dei fatti di Bibbiano. Le infamie politiche di M5S e il finanziamento alla onlus Hansel e Gretel. Il Pd querela Di Maio.

Cosa è successo a Bibbiano? Ricostruire la vicenda non è facile, in particolare se non si sono lette le carte della Procura, così come gli atti difensivi. Come scrive il sito Valigia Blu “Parlare di questo caso, però, incontra un duplice limite, che pone delle questioni rilevanti da un punto di vista etico e giornalistico. Innanzitutto si tratta di una materia estremamente delicata, riguardante affidi familiari ed eventuali abusi, in presenza di diversi minori. Il sensazionalismo dovrebbe lasciare il posto alla cautela“.

Sono proprio il sito Valigia Blu e il giornale online Il Post ad avere ricostruito la vicenda in modo giornalisticamente corretto e basandosi sui fatti finora emersi: è grazie al loro lavoro redazionale che proviamo anche a noi a fare il punto sull’inchiesta e sugli effetti che l’inchiesta ha avuto nel mondo politico italiano.
Bibbiano: l’indagine e l’accusa

Il 27 giugno scorso i Carabinieri di Reggio Emilia danno il via all’operazione denominata “Angeli e Demoni” e mettono agli arresti domiciliari 18 persone, tra cui il sindaco della città.

A guidare l’inchiesta della magistratura c’è il gip Luca Ramponi, il quale emette una ordinanza con accuse di vario genere frode processuale, depistaggio, maltrattamenti su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, abuso d’ufficio, peculato d’uso e lesioni gravissime.

La teoria dell’accusa è che esista una sorta di “sistema Bibbiano” di gestione e affidamento dei minori, con funzionari pubblici, assistenti sociali, medici e psicologi – i quali a vario titolo e in vario modo gravitano attorno ai servizi sociali dell’Unione Val d’Enza, consorzio di sette comuni in provincia di Reggio Emilia –  che abbiano manipolato le testimonianze dei bambini così da sottrarli alle famiglie di origine per affidarli, dietro pagamento, a famiglie di amici o conoscenti.

Negli ultimi giorni il numero degli indagati è salito a 29 e le indagini andranno avanti ancora per molti mesi e non si chiuderanno prima dell’autunno, ha spiegato il procuratore capo di Reggio Emilia Marco Mescolini.
Il “sistema Bibbiano” secondo l’accusa

La ricostruzione dei fatti la riprendiamo dal sito Valigia Blu: dalle intercettazioni telefoniche sarebbe emerso come una frase riportata da un bambino ai maestri di scuola o altri segnali potevano essere “comportamenti interpretabili, e di fatto interpretati puntualmente dagli assistenti sociali e psicologi indagati in termini di erotizzazione precoce“, si legge nell’ordinanza.

Val la pena approfondire meglio la questione delle intercettazioni raccolte dagli investigatori negli scorsi mesi. Spiega Il Post che le intercettazioni “dimostrerebbero come gli psicologi e gli assistenti sociali avrebbero manipolato i bambini in modo da convincerli di aver subito abusi che non avevano subito. Negli atti riportati dai giornali si legge che si sarebbero verificate anche manipolazioni indirette con atti contraffatti, frasi riportate in modo errato e attribuite ai bambini e almeno un disegno “corretto” da uno degli psicologi per avvalorare la tesi degli abusi subiti. Bisogna ricordare, però, che tutti questi argomenti sono stati presentati dall’accusa, che non possono essere valutati in modo indipendente, che sono stati almeno in parte già smentiti e non possono essere considerati “prove” (perché siano tali dovranno essere sottoposti a contraddittorio, durante il processo). Inoltre riguardano contesti molto delicati, che possono essere complicati da capire per chi non si occupi di psicoterapia e di abusi su minori”.

A questo punto, venivano inviate segnalazioni e relazioni all’Autorità Giudiziaria Minorile e alla Procura della Repubblica del tribunale di Reggio Emilia, ma, secondo l’accusa, queste segnalazioni e relazioni erano spesso stilate in modo da manipolare ciò che realmente avevano dichiarato i bambini.

I bambini segnalati venivano mandati in una struttura pubblica di Bibbiano, “La Cura”, struttura gestita dalla onlus “Hansel e Gretel” di Moncalieri, un centro studi diretto da Claudio Foti e da sua moglie, Nadia Bolognini, entrambi psicoterapeuti.

Scrive Il Post: “Secondo le accuse, una volta al centro i bambini sarebbero stati sottoposti a sedute di psicoterapia e gli psicologi avrebbero ricevuto dal comune compensi di circa 135 euro a seduta, “a fronte della media di 60-70 euro e nonostante il fatto che l’Asl potesse farsi carico gratuitamente del servizio». Il danno economico per l’Asl di Reggio Emilia e per l’Unione, secondo le indagini, sarebbe quantificabile in 200mila euro“.

Chi sono Claudio Foti e Nadia Bolognini? Foti, in particolare, è considerato uno dei principali esperti in Italia di lavoro con bambini vittime di abusi, è autore di diversi testi ed ha formato decine di altri psicoterapeuti.

Sia Foti sia sua moglie sono indagati, ma Foti non  è più agli arresti domiciliari. Il tribunale del Riesame ha revocato, infatti, il provvedimento restrittivo nei suoi confronti per la mancanza dei “gravi indizi di colpevolezza“. Foti, parlando con i giornalisti, ha raccontato la sua versione dei fatti: “Non sono un mostro, utilizzo una terapia basata sul rispetto empatico“.

Sono indagati anche la dirigente dei servizi sociali dell’Unione Val D’Enza Federica Anghinolfi e l’assistente sociale Francesco Monopoli, che avrebbero gestito tutto il sistema di affido illecito dei bambini.

Il ruolo del sindaco e il fango dei 5 Stelle

Indagato pure il sindaco Andrea Carletti, il quale, però, non c’entra con i crimini contro i minori: l’indagine a suo carico, infatti, è per abuso d’ufficio e falso. Avrebbe “omesso di effettuare una procedura a evidenza pubblica per l’affidamento del servizio di psicoterapia che aveva un importo superiore a 40mila euro“, procurando intenzionalmente “un ingiusto vantaggio patrimoniale al centro studi Hansel e Gretel“.

Il procuratore di Reggio Emilia Marco Mescolini ha specificato che il sindaco non ha nessun ruolo in quella parte dell’inchiesta che riguarda l’affido dei minori. Quello che gli viene contestato è la violazione delle norme sull’assegnazione dei locali dove si svolgevano le sedute terapeutiche.

Mescolini ha specificato di non credere che ci sia stata una «copertura politica» da parte di Carletti nel caso degli affidi, e ha aggiunto che “sotto inchiesta non c’è il sistema dei servizi: sotto inchiesta ci sono delle persone“.

Carletti, infatti, in concorso con Anghinolfi, nel 2016 avrebbe assegnato la gestione del centro “La Cura” a Foti benché, come emergerebbe dalle carte dell’inchiesta, la referente del servizio di neuropsichiatria infantile della Asl di Montecchio Emilia avesse detto che non c’era bisogno di rivolgersi agli psicologi del centro Hansel e Gretel, specificando che nella stessa Asl di Reggio Emilia c’erano figure professionali in grado di gestire i bambini segnalati dai servizi sociali.

Le strumentalizzazioni politiche, la superficialità di analisi

In queste ore anche Laura Pausini e Nek sono intervenuti per chiedere che di Bibbiano si parli, avvalorando così una sorta di testi complottista del “silenzio dei media”. In realtà basta sfogliare un giornale, aprire un social o uno qualsiasi dei siti web di informazione per scoprire che la vicenda del comune emiliano è una di quelle di cui si parla di più, anche se nessuna sentenza di colpevolezza è stata emessa e le indagini sono ancora in corso.

L’intervento della Pausini e di Nek, i quali sono evidentemente troppo impegnati nei loro tour per seguire ciò che succede nel mondo dei comuni mortali, è stato analizzato con attenzione dal giornalista Simone Cosimi su Wired.

Scrive Cosimi:

… prima ci vuole corretta informazione. Quella che voi purtroppo non avete cercato né ricevuto, in questi giorni. E questo dispiace molto perché una vostra parola vale molto e sarebbe stato bello se fosse stata spesa magari per condividere un articolo documentato sul caso.

L’informazione, bisogna aggiungere, che moltissime testate stanno invece facendo ma che l’intossicazione da social network – guidata e al contempo confortata dall’orrore politico – insabbia perché interessata a veicolare un altro messaggio. E cioè non solo che siano tutti colpevoli ma anche che il cervello della macchinazione sia da individuare in quell’esponente del Pd e quindi automaticamente nell’intero partito nazionale. Quando, se proprio vogliamo dirla tutta, l’associazione Hansel e Gretel degli psicoterapeuti coinvolti nell’indagine ha ricevuto finanziamenti dal Movimento 5 stelle Piemonte e la difesa di una delle principali accusate è in mano a un’esponente locale di spicco dei pentastellati. Nessuno, tuttavia, si sognerebbe per questo di definire il Movimento 5 stelle come Movimento di Bibbiano o di usare hasthtag come #PDofili e simili. Raccogliendo sotto quelle etichette accuse, allusioni, parole e immagini stomachevoli che ancora prima che infamanti non hanno alcun senso giudiziario, logico e politico.



Bibbiano e le infamie politiche

In questa vicenda le ipotesi di accusa, gli atti giudiziari sono stati sin dall’inizio adoperati dalla politica come puro pretesto per attaccare gli avversari.
Il Giornale, ad esempio, ha collegato l’indagine di Bibbiano con la vicenda della Sea-Watch e la capitana Carola Rackete, e immediatamente lo spunto è stato colto e pubblicizzato da Matteo Salvini in questo modo:

Il peggiore è stato il leader dei grillini, il vice presidente del Consiglio Di Maio. Il coinvolgimento del sindaco nell’inchiesta è diventato un pretesto per azionare quella macchina del fango comunicativa di cui i grillini sono ben esperti.

Di Maio ha definito il Pd “il partito di Bibbiano“, benché, come rimarcato dagli stessi investigatori, il Pd non c’entri nulla e la posizione del sindaco Carletti non abbia nulla a che fare con l’affido dei minori. Prima su Rai Uno e poi nelle sue dirette Facebook Di Maio, convinto d’essere al di sopra di tutto grazie alla sua immunità parlamentare, ha definito il Pd il “partito “toglie i bambini alle famiglie con l’elettroshock” allo scopo di “venderli”.

Il Pd ha querelato Di Maio. Il grillino rinuncerà all’immunità parlamentare?

Nei giorni scorsi il Pd ha querelato Di Maio per diffamazione: “Le dichiarazioni demenziali del Vicepremier Di Maio – hanno spiegato i dem in una nota –  il quale collega l’identità del Pd alle vicende drammatiche relative all’inchiesta sui minori che coinvolge il comune di Bibbiano, confermano solo il livello di disperazione di un personaggio che ha fallito il suo obiettivo e scarica la sua bile sugli avversari politici. Non solo da subito abbiamo denunciato la gravità dei fatti portati alla luce dall’inchiesta della Procura di Reggio Emilia ma è fin troppo ovvio che, qualsiasi sia l’esito dell’indagine rispetto alle responsabilità di un sindaco accusato di abuso d’ufficio, accostare a fatti gravissimi l’identità del Pd è un atto irresponsabile e falso“.
E’ Di Maio – conclude il Pd –  con il suo atteggiamento sprezzante, volgare e ottuso che strumentalizza e utilizza una vicenda drammatica che dovrebbe tenere unite tutte le istituzioni. Ma questo comportamento è solo l’ennesima conferma della pochezza di alcuni individui che stanno governando l’Italia. Il Pd ha dato mandato ai propri legali di sporgere querela per diffamazione e richiesta di risarcimento danni in sede civile“.

Il finanziamento 5 Stelle alla Onlus Hansel e Gretel

Non solo, ma, come già evidenziato su Wired, la onlus Hansel e Gretel, al centro dell’accusa nell’inchiesta di Bibbiano, era stata individuata dal Movimento 5 Stelle quale destinataria di un cospicuo finanziamento. A rivelarlo è stato un servizio di Nextquotidiano: “… Quello che però Di Maio non sa è che proprio la Onlus Hansel e Gretel è stata destinataria di una donazione da parte del MoVimento 5 Stelle Piemonte, che lo ha annunciato il 24 maggio 2019:

“Oggi consegniamo 195mila euro ad undici Associazioni di volontariato che, ognuna nel proprio settore, contribuiscono a migliorare la nostra Regione: Banco Alimentare, Fondazione Operti, Centro Studi Hansel e Gretel, Caritas, Società Meteorologica Italiana, Protezione Civile Coordinamento Piemonte, AIDO – Donatori organi, Unitrè Piemonte e ALMM – Lotta Malattie Mentali, CPD – Consulta persone in difficoltà, DIAPSI Piemonte”.

Specifica, inoltre, Nextquotidiano: “va registrato che la Onlus all’epoca della donazione da parte del M5S era già stata chiamata in causa dall’inchiesta Veleno di Pablo Trinca“.

Bibbiano e la consigliera M5S che si dimette per difendere un’indagata

Un altro elemento che sembra sfuggire a Di Maio è che la consigliera comunale M5S a Reggio Emilia Rossella Ognibene (e già candidata sindaca grillina) si è dimessa dal suo ruolo istituzionale per difendere una delle indagate nel caso Bibbiano: Federica Anghinolfi.

Osserva il sito Giornalettismo: “Una decisione, quella di Rossella Ognibene, legittima: le indagini, infatti, sono ancora a una fase iniziale e – nonostante Di Battista abbia già pronto un libro sul caso scoppiato meno di un mese fa – il suo lavoro di avvocato l’ha portata a prendere le difese di una delle accusate in questa dolorosa e lunga inchiesta partita dall’inchiesta ‘Angeli e Demoni’. Insomma, una politica del Movimento 5 Stelle che diventa la rappresentante legale di una delle accusate del caso Bibbiano fa riflettere molto sulla strumentalizzazione fatta dagli stessi pentastellati -in particolare dal loro leader – contro il Partito Democratico“.

mercoledì 10 aprile 2019

Risposta interpellanza Area Cenacchi


DELIBERAZIONE DI CONSIGLIO COMUNALE N. 12 DEL 29/03/2019 

IL SINDACO – PRESIDENTE dà lettura dell’interpellanza presentata dal gruppo
consiliare Cornuda Bene Comune – Lista Civica relativa al recupero, riqualificazione, messa
in sicurezza bacino idrico e sistemazione a parco area Cenacchi, datata 19/03/2019 ed
acquisita al protocollo dell’Ente il 20/03/2019 al n. 4129, allegata alla presente
deliberazione, per farne parte integrante e sostanziale.
Ringrazia dell’opportunità che i consiglieri di minoranza danno con questa
interpellanza di illustrare le diverse fasi, le difficoltà e le prospettive per quest’area che per
decenni è stata al centro dei dibattiti del Consiglio Comunale e che invece in questo
mandato ha trovato soluzione. Espone di seguito le varie fasi tecnico politiche che hanno
portato all’attuale situazione dando lettura del proprio intervento:
“Con delibera n. 157 del 10.11.2016 la Giunta Comunale ha approvato il progetto
definitivo-esecutivo inerente all’ ‘’O.P.2016.03 –Recupero, riqualificazione, messa in
sicurezza bacino idrico e sistemazione a parco – Area Cenacchi” per un importo di €
401.367 (Iva compresa). L’intervento aveva ed ha lo scopo di riqualificare un’area
degradata, ferma da quasi quarant’anni, secondo dei contenuti così sintetizzabili:
riqualificazione e messa in sicurezza del bacino idrico di proprietà comunale, con
mantenimento ed eventuale potenziamento, della funzione di laminazione idraulica delle
acque meteoriche provenienti dal corso d’acqua Rù Nero; collegamento di via Monte Sulder
e del Parco dei Marinai con l’area del bacino idrico posta a nord, attraverso l’acquisizione al
patrimonio comunale di una porzione di area di 5000 mq.; sistemazione a parco e fruizione
di tale area e delle aree esistenti contermini, una volta riqualificato il bacino idrico;
conferma e migliore fruizione delle servitù esistenti, con definizione di un percorso ciclopedonale
in coincidenza con le stesse, opere di riqualificazione agronomica dell’area
boscata.
Con nota del 2.12.2016 la confinante società Monica srl ha manifestato la propria
disponibilità ad accollarsi l’esecuzione dell’opera, ponendo come condizione, l’attuazione per
stralci in funzione delle tempistiche di apporto del materiale terroso che, secondo il
progetto, doveva essere solo di natura vegetale.
In merito alle tempistiche dell’opera, già nelle delibere di Giunta nn.157 e 189 del
2016 hanno riconosciuto che non era possibile redigere un cronoprogramma dettagliato,’’ in
quanto l’attuazione della stessa è legata a fattori non determinabili dall’Amministrazione
Comunale, quali: fornitura gratuita di tutto il materiale di riempimento da parte di ditta
esterna; disponibilità del Comune ad accollarsi eventuali stralci non realizzati direttamente
dalla ditta confinante, a causa del protrarsi del conferimento del materiale necessario”.
Inizialmente l’apporto di materiale doveva avvenire per tramite di un accordo con la
SIS, ovvero la società che sta costruendo la Superstrada Pedemontana Veneta, la quale
avrebbe dovuto chiedere al Commissario straordinario dell’opera ( vedi Legge Obiettivo
sulle Grandi Opere), l’autorizzazione a modificare il proprio Piano Terre, indicando anche l’ex
area Cenacchi nel Comune di Cornuda, come sito di conferimento.
Come più volte comunicato ai consiglieri sia nelle sedute del Consiglio Comunale, sia
in altri momenti istituzionali, il cambio di normativa ha pregiudicato le tempistiche per
realizzare questo obiettivo. Infatti dal 1 gennaio 2017 l’opera è passata nella competenza
diretta della Regione senza alcuna deroga, quindi in gestione ordinaria. Questo avrebbe
previsto una procedura più lunga ed articolata per la modifica del Piano Terre, addirittura
con un passaggio al C.I.P.E.
Considerando la situazione l’Amministrazione Comunale ha valutato di proseguire la
sistemazione dell’ex area Cenacchi autorizzando altre ditte al conferimento presso l’area di
proprietà. Dal 9 gennaio 2017 al 1 febbraio 2019 sono state autorizzate ventitré
conferimenti per un totale di 49.520 metri cubi. Tutte le certificazioni sono depositate agli
atti, presso l’ufficio tecnico comunale. Attualmente al fine di completare un’area mancante,
saranno autorizzati altri apporti di terreno.”
Ritiene corretto puntualizzare ancora una volta il fatto che era competenza del
Comune di Cornuda autorizzare i conferimenti e recuperare il materiale necessario, mentre
alla ditta esecutrice dell’opera spettava il compito di sistemare l’area.
Prosegue con la lettura dell’intervento:
“Con deliberazione di Giunta Comunale n. 179 del 27.11.2018 sono stati forniti i
seguenti ulteriori indirizzi con la finalità di definire una variante finale per la conclusione dei
lavori volta ad adeguare alcune indicazioni progettuali relative alle opere di sistemazione
inizialmente previste nel progetto approvato, ed in particolare:
· conservare la pista di cantiere quale strada definitiva di accesso carraio all’area
anziché riproporre la stessa allo stato originario, ripristino questo che non garantirebbe
un’adeguata fruizione dell’area;
· valutare, di conseguenza, la possibilità di attivare misure compensative della minor
superficie boscata conseguente al mancato ripristino della pista di cantiere;
· tenere separata la viabilità ciclo-pedonale da quella veicolare, riqualificando le
servitù già in essere a favore del Comune di Cornuda;
· studiare un’ipotesi di sistemazione finale dell’area che preveda adeguati percorsi
pedonali di collegamento interno da e verso lo specchio d’acqua, riporto di terreno vegetale
idoneo per il successivo inerbimento e piantumazione di essenze arboree specificamente
individuate, collocazione di staccionate e/o altri elementi di delimitazione lungo il perimetro
del lago, posa di elementi di arredo urbano;
· soprassedere alla realizzazione di un ponte pedonale sul Rù Nero di collegamento
con il Parco dei Marinai di Via Monte Sulder, sfruttando piuttosto un’area già esistente poco
più a sud da portare in quota e regolarizzare;
Facendo seguito ai nuovi indirizzi contenuti nella delibera di Giunta n. 179 del
27.11.2018, e all’incontro tra la ditta e l’Amministrazione Comunale del 16.01.2019, è
giunta agli atti di questo Comune una nota a firma Monica Srl, con la quale la Ditta
esecutrice dei lavori, comunicava:
· che a causa del prolungarsi dei lavori oltre i termini inizialmente previsti nel
cronoprogramma a causa dalla mancata fornitura di terreno da parte dell’amministrazione
comunale, e a causa dell’accoglimento delle nuove indicazioni di indirizzo, sono previsti dei
maggiori costi di lavori per € 52.272,00.=;
· che la stessa intende farsi carico dei maggiori costi previsti, per i lavori e le relative
spese tecniche;
· che le spese per la piantumazione di alberi e arbusti (esclusa la formazione del
tappeto erboso già prevista) siano a carico del comune.
Il Comune di Cornuda ha dato seguito a questo accordo con la delibera n. 22 del
28/02/2019 nel quale si è dato atto che il tempo utile per l’esecuzione dei lavori sarà rivisto
in aumento, in quanto l’approvvigionamento del materiale terroso che garantito dal Comune
(inizialmente definito in mesi 18) non si è concretizzato nei modi e nei tempi inizialmente
previsti e ha riconosciuto i nuovi impegni con il privato.
Per quanto riguarda le spese per la piantumazione di alberi e arbusti è stato affidato
un incarico all’ Agrotecnico dott. Antonio Samaretz, il quale ha presentato nei giorni scorsi il
“Progetto della sistemazione a verde del bacino idrico e di una porzione di area a parco ex
Cenacchi”,( i cui elaborati apro ora).
Gli obiettivi del progetto sono: creare una ambito ad elevato valore naturalistico e
della memoria; ridurre i costi gestionali dell’area; preservare la qualità del corpo d’acqua
prevenendo fenomeni di eutrofizzazione estivi prevedibili a causa della natura del terreno
presente. Il progetto è diviso in due ambiti, come di seguito sommariamente descritti.
L’ambito a parco, liberamente accessibile dal pubblico, prevede: l’apertura di un
cono visuale con il Parco dei Marinai con la parziale rimozione della siepe in carpino
esistente, la realizzazione di un brolo di frutti dimenticati con all’interno un corridoio di
biodiversità, importante per l’entomofauna, la realizzazione di un viale di carpini per
segnare il confine con l’ambito di lottizzazione a sud, la realizzazione di fasce arbustive.
L’ambito del bacino idrico, non liberamente accessibile dal pubblico, raggruppa gli
interventi in una successione di tre stralci temporali, in ordine di urgenza di realizzazione.
Il primo stralcio, la cui realizzazione dovrà avvenire prima dell’estate per contenere i
fenomeni di eutrofizzazione dell’acqua e creare un rifugio sicuro per gli anfibi, prevede: la
piantumazione delle piante nella zona del bagnasciuga, la piantumazione degli arbusti nella
prima scarpata di collegamento con l’acqua e della prima scarpata lontana dall’acqua, la
posa di ciottolame misto come rifugio per gli anfibi in tre ambiti.
Il secondo stralcio prevede il riordino delle scarpate e del bosco.
Il terzo stralcio prevede: la piantumazione di una scarpata con arbusti, il ripristino
della fascia boscata esistente, la semina dei prati nelle fasce di viabilità.
La realizzazione dei vari ambiti/stralci prevede il seguente impegno economico
stimato: ambito a parco da € 9.800,00 a € 10.800,00, ambito del bacino idrico:
1. Primo stralcio € 26.980,00
2. Secondo stralcio € 21.400,00
3. Terzo stralcio € 15.486,00 ”
Dichiara che l’Amministrazione non vuole fermarsi alla sistemazione e alla messa in
sicurezza dell’area ex Fornace Cenacchi, ma si sta impegnando perché questa zona,
recuperata dopo quarant’anni, diventi qualcosa di più: progettando un luogo dove
valorizzare la biodiversità del nostro territorio. Non si vuole realizzare un semplice parco, il
Comune di Cornuda avrà qualcosa in più.
IL CONSIGLIERE COMUNALE BOLZONELLO FERDINANDO: ritiene che non siano
chiari alcuni passaggi. L’opera è sempre stata considerata urgente, ma non è chiaro quale
tipo di autorizzazione abbia dato luogo allo scarico di materiale in un’area così naturalmente
sensibile. Ritiene che un semplice progetto di opera pubblica comunale sia un iter troppo
semplicistico a fronte dell’importanza dell’intervento. In nome dell’urgenza il comune ha
perso l’introito derivante dal conferimento del terreno, senza peraltro conseguire lo scopo di
accorciare i tempi di realizzazione. Inoltre la cessione di una parte di strada comunale alla
lottizzazione privata non pare così favorevole per il Comune.
IL SINDACO – PRESIDENTE: risponde che l’urgenza a cui l’Amministrazione si è
sempre riferita era dovuta, non al terreno della Pedemontana, ma ad un fronte frana
esistente di circa 80 metri e alla relativa pericolosità dell’area. Le diverse procedure tecniche
adottate sono correte, non si tratta infatti di una bonifica ma di una mera sistemazione
dell’area. Ritiene che non ci sia stata perdita di introito per il conferimento del terreno, in
quanto il comune avrebbe dovuto pagarne l’eventuale acquisto, si tratta quindi di una
compensazione con i privati. Il Comune era in prima linea nei controlli del materiale
conferito, essendo l’Ente che dava le autorizzazioni agli sversamenti.
IL CONSIGLIERE COMUNALE DE BORTOLI GIANPIETRO: chiede delucidazioni
sulla nuova strada del cantiere che poi diventerà quella definitiva: sembra alta rispetto al Ru
Nero e potrebbe creare un forte dislivello come pista ciclabile.
IL SINDACO – PRESIDENTE: risponde che la strada è in corso di definizione,
mancano diverse compensazioni con i privati, quindi alcuni particolari tecnici non sono
ancora definiti. La scelta dell’Amministrazione per il mantenimento di questo tracciato,
rispetto al progetto iniziale, è tesa ad evitare l’aumento di traffico di passaggio in via Monte
Sulder e via Monte Tomba.
IL CONSIGLIERE COMUNALE COMAZZETTO GIUSEPPE: puntualizza che
l’urgenza di mettere in sicurezza la frana era dovuta al fatto che il lago aveva molta acqua,
ed in caso di cedimento del fronte l’acqua avrebbe invaso il centro del paese.
IL CONSIGLIERE COMUNALE BOLZONELLO FERDINANDO: chiede lumi rispetto
alla notizia di percolazioni inquinanti in quell’area.
IL SINDACO – PRESIDENTE: risponde di essere a conoscenza del fatto e che ha
già contattato i privati per un incontro, anche se non si

Risposta interpellanza Bechèr

DELIBERAZIONE DI CONSIGLIO COMUNALE N. 13  DEL 29/03/2019

IL SINDACO – PRESIDENTE: dà lettura dell’interpellanza presentata dal gruppo
consiliare Cornuda Bene Comune – Lista Civica relativa alla demolizione dell’ex Salumificio -
Bechér, datata 19/03/2019 ed acquisita al protocollo dell’Ente il 20/03/2019 al n. 4148,
allegata alla presente deliberazione, per farne parte integrante e sostanziale, continua
dando lettura del proprio intervento:
“In merito all’interpellanza urgente presentata dalla lista civica Cornuda Bene
Comune, firmatario il capogruppo Gianpiero De Bortoli voglio precisare fin da subito che non
potremo essere esaustivi, in quanto stiamo concludendo in questi giorni delle valutazioni.
Premetto due cose:
1) in questo genere di lavori possono capitare sospensioni e variazioni in corso d’opera. (vedi ex Cenacchi);
2) Togliamo subito ogni dubbio sulla natura‘’inquinata’’ del sito. Per essere definito inquinato dovrebbe essere accertata una alterazionedelle caratteristiche qualitative del suolo, sottosuolo ed  acque sotterranee tali da rappresentare un rischio per la salute umana. Queste situazioni sono disciplinate dagli artt.239 e ss. del Codice dell’Ambiente il quale prevede tutta una serie di attività di bonifica e ripristino. E’ evidente che se fossimo stati in questa condizione i lavori non sarebbero
potuti nemmeno partire.
Sull’area dell’ex Salumificio sono stati effettuati da parte di una ditta specializzata
ben 28 campionamenti sui materiali presenti e dalle indagini analitiche è emerso che non si
tratta di un sito inquinato. I campionamenti sono stati fatti sia all’interno, che all’esterno dei
fabbricati, tanto sui materiali, quanto sui terreni.
Come si può rilevare dal verbale di sospensione lavori, il cantiere in Via XXX Aprile
1945 è fermo perché durante l’esecuzione dei lavori nelle fasi di demolizione dei pavimenti,
solai e pareti, sono stati rilevati strati interni di materiali eterogenei, quali guaine
bituminose e formazioni soprapposte di pavimenti pvc, di cui quelli inferiori, risalenti agli
anni 70/80, fissati con colle in amianto.
Le analisi chimiche svolte dall’impresa nei giorni scorsi hanno confermato che non si
tratta di materiali inquinanti e pericolosi, ma di lavori aggiuntivi che devono essere valutati
con l’impresa e la direzione lavori ed approvati dal Comune con un’apposita variante.
Su un complesso di 62.000 mc di volume e 7.000 mq di superficie da demolire alcuni
aggiustamenti in corso lavori possono esserci.
Lo stanziamento per quest’opera è di seicentosettantamila euro, per cui abbiamo
circa centocinquantamila euro ancora a disposizione. Dobbiamo tener conto che nelle
valutazioni in corso non ci sono solamente costi aggiuntivi ma anche minori lavorazioni e
variazioni a favore dell’Amministrazione.
Pertanto, come detto all’inizio, saremo più chiari nei prossimi giorni, appena verrà
messa a punto la variante. Riteniamo, anche dopo gli incontri svolti con i professionisti
incaricati dal Comune e con l’impresa, che i lavori possano iniziare nel giro di quindici
giorni, non appena definita la parte procedurale”.
Si dichiara disponibile a parlare di nuovo dell’argomento nel prossimo Consiglio
Comunale, oltre a rendere disponibile la documentazione che il tecnico incaricato stilerà per
la variante.
IL CONSIGLIERE COMUNALE DE BORTOLI GIANPIETRO: dichiara che le
interpellanze presentate hanno carattere di urgenza in vista della scadenza elettorale.
Chiede di avere aggiornamenti appena disponibili e considera aperta questa interpellanza.
Dichiara che nel verbale di sospensione dei lavori citato dal sindaco sono descritte quattro
motivazioni e ne dà lettura. Segnala di essere in possesso di un parere di un esperto e
chiede che sia allegato all’interpello e verbalizzato nella speranza che possa essere utile, ne
dà lettura.
IL CONSIGLIERE COMUNALE BOLZONELLO FERDINANDO: chiede come sia
stato possibile che i 28 campionamenti non abbiano rilevato la presenza della colla di
amianto e del linoleum o la presenza di vasche interrate.
IL SINDACO - PRESIDENTE: chiarisce che se tali nuove rilevazioni sono frutto di
un errore precedentemente fatto, il Comune ha già avvisato la ditta competente che è
disposto ad adire alle vie legali e gli errori saranno pagati da chi li fatti.
IL VICESINDACO, ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI, GALLINA ENRICO: dà
lettura delle concluse delle indagini chimiche che sono state svolte e chiede sia messa a verbale.

giovedì 21 marzo 2019

Bechèr:come non saperlo ?


La demolizione dell’ex Salumificio – area Bechér  che prevedeva un costo di €  526 000  è iniziata  in data 14 gennaio 2019 e da alcune settimane  il cantiere è  fermo a causa della presenza di rifiuti speciali non contemplati nel progetto.  Eppure l’Assessore ai lavori pubblici  Gallina proclamava sul giornalino comunale di agosto “non sono state rilevate situazioni pericolose dovute alla presenza di elementi inquinanti”.
Come non immaginare che in un sito di 16 000 metri quadrati, per anni sede di un salumificio importante, non vi fossero sorprese. Sono state trovate sepolte diverse vasche di olio combustibile che dovranno essere svuotate e demolite, con la speranza che non abbiano inquinato il terreno sottostante, altrimenti saranno dolori.
Nella pavimentazione dell’ ex cinema c’ è la presenza di amianto e  nelle pareti delle numerose celle frigorifere è stata trovata presenza di materiali inquinanti. Tutto il materiale dovrà essere smaltito in apposite discariche, con maggiori costi a carico naturalmente del comune.
Basterà il ribasso d’ asta che è stato di circa centomila euro a coprire le maggiori spese ?
Quali altre sorprese si nascondono sotto gli edifici ancora da demolire ?
I Cornudesi sono a conoscenza che quel terreno, acquistato per 612 000 euro, forse poteva essere acquistato per molto meno, in quanto si potevano aspettare ulteriori ribassi d’ asta, visto che nessuno aveva dimostrato interesse all’ acquisto?
Alla fine quel terreno verrà a costare la bellezza di  1 274 000 euro, circa 80 euro al metro quadrato.

mercoledì 20 marzo 2019

Interpellanza area Cenacchi


Cornuda, 19 marzo  2019

Oggetto: INTERPELLANZA URGENTE

Il  Gruppo consigliare della Lista civica “ Cornuda Bene Comune “,
·        Vista la Delibera di Giunta n 22 del 2019;  ”Recupero, riqualificazione, messa in sicurezza bacino idrico e sistemazione a parco area Cenacchi – importo € 434.355,87 – approvazione variante in corso d’opera”;
·        considerato che la ditta Monica srl comunica che il “prolungarsi dei lavori oltre i termini inizialmente previsto nel cronoprogramma” è dovuta alla “mancata fornitura di terreno da parte dell’Amministrazione comunale ”;
·        visti i maggiori costi per il completamento dell’opera pari a € 52.000,00;
                                                                                        
CHIEDE

·        per quale motivo il terreno che doveva essere fornito dal Comune non è stato più reso disponibile,
·        con quali materiali la ditta Monica abbia proceduto alla realizzazione dell’opera;
·        con quali autorizzazioni è stato concesso alla ditta appaltatrice di sostituire il materiale che doveva provenire dall’opera della Pedemontana Veneta (come da accordi sottoscritti) con altro materiale.
·        quanti mc di materiale è stato utilizzato per il ripristino.



Con richiesta di risposta scritta e inserimento nel prossimo Consiglio Comunale.

Per il gruppo consiliare                                                                                      Il capogruppo
                                                                                                                          Gianpietro De Bortoli